La steatosi epatica sempre più diffusa, e meno «benigna» di quanto si pensasse
Dal Corriere della Sera
MILANO - Il fegato grasso? Meno «benigno» di quanto si pensasse. Lo suggeriscono i dati emersi a Milano nel corso della 43ma Riunione dell'Associazione Europea per lo Studio del Fegato (EASL) il 23 aprile e 24 aprile, che indicano come la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) (il fegato grasso non legato all'abuso di alcol) e la sua forma più grave, la steatoepatite non alcolica (NASH) (in cui al «grasso» nel fegato si aggiunge uno stato infammatorio dell'organo), sono associate a un rischio di sviluppo di sindrome metabolica (combinazione di fattori di rischio, fra cui un alta concentrazione di grassi nel sangue, l’obesità addominale e la predisposizione al diabete), e quindi di patologie cardiovascolari. NAFLD e NASH costituiscono un problema sanitario significativo che colpisce milioni di persone in tutto il mondo ed in particolar modo nei Paesi occidentali. La NAFLD evolve in NASH nel 15 - 25% dei casi ed è chiaramente associata al rischio di sviluppo della cirrosi epatica e delle relative complicazioni ivi incluso il carcinoma epatocellulare che rappresenta il tumore epatico primario più frequente. La cirrosi associata alla NASH è una delle più frequenti indicazioni per il trapianto di fegato.
UN RISCHIO PER IL CUORE - L’associazione tra NAFLD, NASH e sindrome metabolica è motivo di preoccupazione poiché i pazienti affetti da sindrome metabolica presentano un rischio maggiore di sviluppare diabete di tipo 2 e patologie cardiovascolari inclusi l’infarto cardiaco e l’ictus. Secondo Fabio Marra, Professore Associato di Medicina all’Università di Firenze «di fronte a un paziente affetto da steatosi epatica devo considerare tutti gli altri fattori di rischio per le patologie cardiovascolari e cercare di intervenire in maniera energica per limitare gli effetti di tali fattori poiché la raccolta di dati in nostro possesso indica che la steatosi potrebbe costituire di per sé un ulteriore fattore di rischio».
PATOLOGIA IN CRESCITA - L’esatta prevalenza di NAFLD e NASH all’interno dei singoli paesi è caratterizzata da ambiguità e incertezza. Le stime attualmente disponibili indicano che l’incidenza di NAFLD riscontrabile nella popolazione generale dei Paesi occidentali è compresa tra un quarto e un terzo dei soggetti adulti. Le percentuali tendono ad aumentare più drasticamente tra la popolazione obesa. NAFLD e NASH vengono considerate patologie in costante ascesa a causa della sempre maggiore diffusione di cattive abitudini alimentari e stili di vita sedentari. L’insorgenza di NAFLD viene considerata sempre più frequentemente dagli esperti un evento precoce nello sviluppo di insulino-resistenza e pertanto un indicatore o un fattore predittivo per la sindrome metabolica futura. Uno dei principali interrogativi che ancora rimane senza risposta è il perché alcune persone affette da NAFLD vivano a lungo, senza problemi, nonostante la steatosi mentre altri pazienti sviluppino NASH, cirrosi o sindrome metabolica, diabete e/o patologie cardiovascolari. Attualmente non sono disponibili terapie specifiche per il trattamento di NASH. Tra le principali raccomandazioni per i pazienti figurano la perdita graduale di peso (specialmente in presenza di obesità), l’aumento dell’attività fisica, la corretta alimentazione e l’abolizione dell’alcool.